Museo Etrusco Romano Antiquarium – Sasso Pisano

Sasso Pisano è una piccola frazione del comune di Castelnuovo di Val di Cecina, in provincia di Pisa e si trova a pochi minuti di macchina dal nostro hotel a Volterra. Rinomato in tutto il territorio nazionale per la presenza dei soffioni boraciferi, emissioni di vapore acqueo attraverso spaccature presenti nel terreno. Seppur di ridottissime dimensioni, la piccola località della Val di Cecina presenta moltissimi punti di interesse, il che rende Sasso Pisano un gioiellino della terra dei poeti. Tra le architetture religiose sono degne di nota la Chiesa di San Bartolomeo, la Pieve di Commissano con fonte battesimale di materiale di epoca etrusca e la Chiesa di Michelucci, un noto architetto toscano, la cui costruzione sembra essere iniziata intorno agli anni 60 del novecento.

Sasso Pisano vanta frequentazioni fin dai tempi più antichi, con attestazione dell’età del Paleolitico e la cui fondazione sembra risalire agli etruschi. Molto rinomato tra gli archeologi e anche a chi non è propriamente del settore, è il Complesso Sacro termale Etrusco e Romano di Sasso Pisano, meglio noto con il nome de Il Bagnone. Ciò sta a sottolineare come l’effetto dei vapori che fuoriescono dalla crosta terrestre, generando i soffioni boraciferi, siano una particolarità sfruttata da sempre. Infatti, le molte sorgenti di acqua termale hanno alimentato numerosi lavatoi nel corso della storia, come attestato dalla presenza del Bagnone e di altri lavatoi medievali che sono stati in uso fino ai giorni nostri.

Proprio il Complesso Sacro Termale Etrusco e Romano, che sembra essere il più grande complesso termale etrusco, utilizzato anche dai romani, ha permesso alla piccola frazione di vantare uno dei musei e antiquarium più famosi del panorama nazionale, soprattutto per quanto concerne il periodo cronologico indicato direttamente nel nome del complesso.
I locali di questo bellissimo museo sono situati all’interno del borgo medievale di Sasso Pisano, offrendo un’atmosfera e un’esperienza di visita unica al visitatore interessato all’antiquarium. All’interno sono contenuti ed esposti tutti i reperti più interessanti che sono stati ritrovati durante le campagne di scavo archeologico che hanno interessato il complesso termale. Gli oggetti rinvenuti non riguardano solo la frequentazione del Bagnone, ma grazie ad alcuni timbri rinvenuti su tegole, coppi e mattoni degli alzati degli edifici, si può attestare che la zona era abitata da prima dell’arrivo degli Etruschi. Infatti intorno al complesso termale, da fonti certe, si sa che queste zone era occupate da popolazioni indigene.

Le sala del museo antiquarium ospitano delle teche con vari oggetti di origine etrusca e romana, tra cui: un bellissimo esemplare di statuetta in piombo e stagno rappresentante la dea Minerva, l’equivalente della greca Atena, che era la dea della saggezza, dell’abbondanza, della medicina e della guerra, a seconda dei casi di venerazione. Probabilmente, in questo caso, essendo un dono votivo, si crede le sia stata attribuita la divinità della saggezza. Proseguendo la visita all’interno delle stanze del museo, si nota, in un’altra teca, una piccola offerente in bronzo. Questo reperto, quasi un unicum nel modo etrusco, è di netta impronta volterrana, come testimoniano i vari confronti di altre produzioni bronzee ritrovate nel Bagnone e che sono esposte sempre nelle teche dell’antiquarium. Ricca di esemplari è anche la collezione delle monete del museo, tutte risalenti all’età romana imperiale, con datazione attestata intorno al III secolo dopo Cristo. Le monete sono databili al periodo imperiale, poiché recano sul diritto, l’effige dell’imperatore in carica in quel determinato periodo.

Durante il III secolo d.C. Roma e tutto il suo impero era governato dalla dinastia dei Severi. Durante il periodo etrusco e quello romano, sono attestate molte produzioni di terracotta, con delle fornaci locali che avevano la capacità di produrre molti manufatti. Questo è sottolineato dalla presenza, nelle teche del museo, di una vasca in terracotta di età etrusca e dalla presenza di alcuni bolli sugli embrici. Gli embrici non sono altro che delle tegole piatte, con delle ali di piccole dimensioni ai lati in laterizio che avevano la funzione di comporre dei piccoli canali di scolo, quindi dovevano far defluire le acque piovane per condurle in vasche specifiche e conservarle, così da garantire l’approvvigionamento di acqua per tutta la popolazione circostante e non solo per gli abitanti dell’antica Sasso Pisano.