Il comune di Volterra si trova in Toscana, in provincia di Pisa. Il centro è rinomato per l’estrazione e la lavorazione dell’alabastro e gode di una storia che può essere paragonata ai centri più importanti della zona. Era uno dei dodici centri più importanti delle città-stato etrusche ed ha rivestito un ruolo importante durante tutto il periodo storico del medioevo, in quanto fu sede vescovile e la sua signoria aveva il dominio su un ampio territorio della colline toscane.
Ed è proprio nelle colline che nasce il progetto del museo diffuso della provincia di Pisa, cercando di enfatizzare al massimo una grande fortuna della zona della valle di Cecina. Il progetto raggruppa i comuni di Volterra, Castellina Marittima e Santa Luce, ovvero le cittadine che sono maggiormente legate alla produzione artigianale e alla tradizione artistica di una pietra molto pregiata: l’alabastro.
Il nostro Hotel a Volterra è ricco di sculture fatte proprio in questo pregiatissimo materiale.
L’Ecomuseo dell’Alabastro si snoda in due itinerari distinti, che abbracciano due zone territoriali differenti. Questi itinerari sono collegati da altrettanti musei tematici, che si trovano nelle località di Volterra e Castellina Marittima. I percorsi abbracciano i temi dell’escavazione dell’alabastro, sviluppato nel museo di Castellina Marittima, e il tema della lavorazione e commercializzazione dell’alabastro, con riferimento al polo museale di Volterra, a cui è collegato l’Archivio di Area all’interno della galleria della cava del Massetto, nella Valle del Marmolaio. Il museo di Santa Luce, terzo distretto museale del progetto, ha un ruolo molto importante, dato dall’Archivio di Area di Santa Luce, che va ad arricchire il percorso sull’escavazione.
La location dell’Ecomuseo dell’Alabastro di Volterra offre un’esperienza di visita unica ed inimitabile. Il percorso si snoda nei locali interni della Torre Medievale Minucci, adiacente alla Pinacoteca Comunale. In questo museo, il visitatore non si limita ad osservare i reperti presenti nelle teche, ma compie un vero e proprio viaggio, attraverso testimonianze reali, nella produzione artigianale e artistica dell’alabastro, pietra tanto cara ai cittadini di Volterra, con uno sguardo particolare all’aspetto tecnico, passando per la cura nella scelta dei materiali, alle tecniche di lavorazione, con un occhio di riguardo anche ai caratteri stilistici della lavorazione e all’impatto economico e sociale che l’alabastro ha avuto per tutta la zona. La storia della lavorazione dell’alabastro ha radici storiche molto profonde, infatti, come è possibile notare dalle opere presenti nell’Ecomuseo, le prime lavorazioni sono attestate in epoca etrusca.
Ed è proprio all’epoca etrusca che fanno riferimento i due oggetti più significativi dell’intera collezione posta nelle sale della Torre di Palazzo Minucci. Stiamo parlando di due urne cinerarie, ovviamente in alabastro, che rappresentano delle figure umane in posizione conviviale, ovvero stesi su un letto tricliniare, cioè dove veniva consumato il pasto in antichità, e sotto, scolpite in basso rilievo e quasi con figure a tutto tondo, momenti di vita del soggetto a cui era dedicata l’urna. Pezzi decisamente pregiati, i quali hanno dei confronti solo con delle urne cinerarie, sempre in alabastro, presenti nei musei vaticani. Dato che la produzione e la lavorazione dell’alabastro occupa tutto il periodo di vita della città di Volterra, ci sono anche opere prodotte durante l’epoca medievale, con due capitelli che rappresentano un unicum della produzione in alabastro di tutto il medioevo. Proseguendo la visita nelle restanti sale della Torre Minucci, il percorso storico-produttivo-culturale sull’alabastro giunge alle sculture di indubbia bellezza del Settecento e Ottocento, con uno sguardo attento alla collezione di medaglioni di Albino Funaioli, noto scultore del 1800, di Volterra che ha realizzato, tra le altre cose, anche dei pregevoli basso-rilievi in alabastro. La visita prosegue con la possibilità di apprezzare le opere dell’artista contemporaneo Raffaello Consortini, vate moderno della scultura in alabastro, deceduto nel 2000. Nell’ultima sala del museo vi è una rappresentazione di una bottega di un artigiano esperto della lavorazione dell’alabastro; in questo modo si offre la possibilità, al visitatore, di vedere da vicino tutti gli strumenti utilizzati dall’estrazione alla lavorazione di questa fantastica e preziosa pietra quale è l’alabastro.
L’Ecomuseo dell’Alabastro è il perfetto punto di partenza per apprezzare tutto l’itinerario urbano di Volterra, senza limitarsi al solo reperto, ma andando alla ricerca di testimonianze anche presenti di una tradizione senza tempo, sulla quale la città di Volterra ha fondato le proprie radici economiche e sociali.