La Vespa è dal 1946 uno status-symbol tipicamente italiano, usato da sempre per scorrazzare tra le trafficate vie cittadine o per fare piacevoli gite fuori porta. La campagna toscana è invece uno dei paesaggi più incantevoli del Belpaese, con i filari di cipressi e le dolci colline punteggiate qua e la da vigneti e antichi casolari. Il connubio Vespa e Toscana regala un’opportunità fantastica di viaggiare a ritmi lenti, con la possibilità di godersi i panorami con il vento in faccia.
Dalla bellissima Volterra si possono raggiungere alcuni dei borghi più belli della Toscana, dove personaggi quali Dante e Lorenzo il Magnifico hanno lasciato una traccia indelebile.
Si parte da Volterra
Punto di partenza di questo tour in Vespa alla scoperta della Toscana è il nostro Hotel a Volterra, dall’aureo passato che l’ha vista una delle lacumonie etrusche. L’aspetto medioevale della cittadina è pressoché intatto, cinta da antiche mura sulle quali si aprono sei porte, la più antica delle quali è la Porta all’Arco: risalente al V secolo, è fatta con blocchi di tufo e si possono ancora scorgere le tre teste presumibilmente di Polluce, Castore e Giove.
Parcheggiando la Vespa si può scoprire il centro storico di Volterra a piedi e ammirare la bellezza di Piazza dei Priori, con l’omonimo palazzo del 1239 che, con tanto di merlature e feritoie, ha ispirato il fiorentino Palazzo della Signoria.
Non lontano sorge la Cattedrale di Santa Maria Assunta la cui semplice facciata romanica contrasta con la ricchezza dell’interno dove spiccano le opere del Della Robbia e di Benozzo Gozzoli. Davanti alla chiesa si erge il Battistero, con la sua caratteristica facciata marmorea a fasce verdi e bianche: all’interno è custodita una cinquecentesca fonte battesimale del Sansovino.
Una visita al Museo Etrusco Guarnacci permette di osservare tesori quali la sinuosa statuetta Ombra della Notte e l’Urna degli Sposi, ovvero il coperchio di un sarcofago decorato con le sculture di una coppia distesa. La Pinacoteca invece, sita all’interno del Palazzo Minucci-Solaini, custodisce opere di Antonio San Gallo, del Ghirlandaio e una collezione di monete dei Medici.
Una visita alla Badia Camaldolese
Montando di nuovo in Vespa, si consiglia di prendere la SP15, strada abbastanza veloce e molto verdeggiante, alla volta della Badia Camaldolese: prima di raggiungerla, sulla strada si noterà ad un certo punto una grande pietra dalla forma un pò sinistra. Si tratta del Masso di Mandringa, luogo che la leggenda indica come ritrovo delle streghe. In realtà il luogo è citato dallo stesso D’Annunzio come sorgente che alimenta le fonti di Docciola: parcheggiando la Vespa e avvicinandosi al masso, si nota infatti una piccola scalinata e un arco duecentesco che portano dritti a questa fonte medioevale.
Proseguendo lungo la SP15 si raggiunge dunque la Badia Camaldolese risalente al 1034, uno dei pochi monasteri rimasti in piedi dall’erosione dei friabili terreni argillosi circostanti che hanno dato vita a calanchi chiamati Balze. Ebbene la Badia appare quasi come un eremo solitario di cui è visitabile in particolare il refettorio, con visibili ancora pregevoli affreschi e il chiostro: quest’ultimo reca ancora vecchie incisioni e simboli su capitelli e architravi, oltre a grate sul pavimento che rivelano nei sotterranei resti etruschi e romani.
Da Volterra a Colle Val d’Elsa
Tornando verso Volterra, ci si può immettere sulla famosa Volterrana, la strada più antica che attraversa la Toscana assieme alla via Francigena. Altrimenti nota come SR68, questo percorso regala un’esperienza piacevole, tra curve e tornanti che fendono le colline della Valdelsa, in un piacevole e panoramico saliscendi.
Percorrendo dunque la Volterrana in Vespa verso est, si attraversano prima l’Acropoli Etrusca e poi la Fortezza Medicea del 1475: questa cittadella consta di una vecchia rocca del 1342 voluta da Gualtieri VI di Brienne e il Mastio costruito invece su ordine di Lorenzo de’Medici, oggi sede di una prigione.
Proseguendo lungo la Volterrana si raggiunge Colle Val d’Elsa, borgo passato alla storia per le lotte del 1269 tra guelfi e ghibellini. Il borgo, che ha dato i natali al grande architetto Arnolfo di Cambio, ha una lunga tradizione nella lavorazione del vetro, tanto che è soprannominato “La Boemia d’Italia”: una visita al Museo del Cristallo permette di ammirare sia eleganti manufatti, opere dei maestri vetrai, ma anche le tecniche di lavorazione vecchie e nuove.
Un ascensore panoramico porta a Colle Alta, ovvero il centro storico di Colle Val d’Elsa che ha mantenuto intatta la sua impronta medievale: dal belvedere si può godere della vista più bella sulla campagna toscana circostante.
Da Monteriggioni a San Gimignano
Da Colle Val d’Elsa si può raggiungere in Vespa Monteriggioni, piccolissimo borgo di poche case cinto da mura duecentesche punteggiate da ben 14 torrette. Si tratta di un egregio esempio di architettura medioevale praticamente mai espugnata e definita da Dante nella Divina Commedia “Monteriggioni di Torri si Corona“. Oltre a una visita alla centrale Piazza Roma e alla Pieve di Santa Maria Assunta che vi si affaccia, è consigliata una passeggiata sui camminamenti, dove tutto è rimasto come più di 8 secoli fa tanto che sembra che da un momento all’altro possa sbucare un armigero a difesa della città.
Rimontando in Vespa e tornando sulla SR68 direzione Volterra, si può deviare lungo la SP36 che, tra vigneti e morbidi colli, porta direttamente a San Gimignano. Avvicinandosi alla meta finale del tour in Toscana, si rivela il profilo della splendida cittadina, con le sue torri simbolo del potere delle famiglie dell’epoca.
Piazza Duomo è una gioia per gli occhi con le stesse torri a fare da cornice al Duomo, dentro il quale si trova la Cappella di Santa Fina affrescata dal Ghirlandaio, e al Palazzo del Podestà, sede anche del Museo Civico. Molto scenografica è anche Piazza della Cisterna, sita col suo pozzo ottagonale e i suoi edifici medioevali quali Palazzo Tortoli, all’ombra della leggendaria Torre del Diavolo. Dopo tanto girovagare non c’è nulla di meglio che scegliere una locanda di San Gimignano e gustare la sua cucina, innaffiata con un bicchiere di ottimo Vernaccia, tanto amato anche da Lorenzo il Magnifico, Boccaccio e Dante.